Nasce la Cassa di previdenza per la categoria Graduati

24.01.2023

Gentili colleghi e colleghe, di seguito analisi e punto di situazione ad opera del Sindacato Libera Rappresentanza dei Militari sulla nascente Cassa Graduati.

Si cominci con lo specificare, che le casse di Previdenza per le Forze Armate appartengono ad un istituto fondato più di 90 anni fa il quale non ha subito le modifiche di cui alla Legge 8 agosto 1995, n. 335 di "riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare" (la c.d. riforma Dini) che introdusse il sistema di calcolo contributivo (assai meno vantaggioso del precedente sistema retributivo).

Tale istituto delle c.d. Casse, esteso anche ai Graduati di Esercito Marina ed Aereonautica con Legge di bilancio 2022, prevede, al pari delle Categorie Ufficiali e Sottufficiali,  il versamento di un contributo pari al 2% dell'80% dello stipendio che in sintesi varia, a seconda dell'anzianità di servizio, da circa 17 a 23 euro netti mensili.

Tale contributo, analogamente a quanto previsto per i fondi pensione integrativi privati, gode dello sgravio fiscale IRPEF dell'aliquota massima, ovvero, permette ai militari che ne versano la quota, di detrarne automaticamente alla fonte in media il 25% mensile. Ciò significa che, in media, per 20 euro netti trattenuti in busta paga il contributo medio versato risulterà di circa 25 euro.

E' facile intuire dunque, che a seconda dell'anzianità di servizio un giovane  Graduato che versa circa 13.000 euro nette durante tutta la sua carriera militare, otterrà circa 20.000 euro al momento del congedo.

Di converso, un Graduato anziano che al primo gennaio 2022 verserà tale contributo, si vedrà riconosciuto a fronte di circa 3.200 euro di versamenti nel decennio, una somma di circa 5.000 euro al momento del congedo.

Come emerge dalle previsioni sopra riportate e dalle modalità di "accantonamento", non si tratta di un investimento (e del resto non comporta rischi essendo questo garantito dallo Stato) ne si tratta di Previdenza complementare o di c.d. pensione integrativa (di fatto quest'ultima è ad oggi attivabile in forma privata da qualsiasi lavoratore stipulando polizza personale). Si tratta dunque dell'istituzione di un "salvadanaio" a disposizione del lavoratore in uniforme (che resta tale anche in caso di passaggio in altra Categoria o al ruolo Civile) e che comunque dà un "ristoro" in termini economici, commisurato a quanto esso stesso versa ma non solo.

L'istituzione della Cassa Graduati, infatti,  ha un'ulteriore scopo, ovvero quello di permettere al personale della Categoria, al pari del personale delle Categorie Ufficiali e Sottufficiali di accedere al credito agevolato per finanziamenti con tassi di interesse estremamente vantaggiosi rispetto a quanto offre il settore finanziario (Banche e Istituti di credito) oggi.

Invero, fino a ieri il personale appartenente alla Categoria Graduati era l'unico rimasto fuori da questa possibilità essendo la stessa Categoria priva di questo istituto.

Come appare naturale ci si domanda dunque perché ci siano voluti più di 25 anni per riconoscere uno strumento previdenziale anche al personale Graduato. Paradossalmente, la risposta dovrebbero darla proprio quegli attori che oggi esultano e si fregiano della "paternità" di suddetto risultato, ma questa è un'altra storia che sarà approfondita e pubblicata in un successivo articolo.

Il Sindacato L.R.M.